Il dibattito attuale riguardo al piano di Donald Trump per la risoluzione del conflitto in Ucraina presenta numerosi equivoci e fraintendimenti. Da un lato, vi è una narrazione prevalente che ritiene la proposta di Trump come una resa per Kiev, mentre dall'altro si sottovaluta la complessità della situazione geopolitica. Questo articolo si propone di analizzare criticamente le posizioni espresse, evidenziando le contraddizioni e le dinamiche in gioco.
Il primo punto cruciale è l’errata percezione della proposta di Trump, che viene spesso vista come una capitolazione. Tuttavia, la realtà è più sfumata. La guerra in Ucraina, che si protrae da anni, ha visto Kiev subire pesanti perdite territoriali e umane, specialmente dopo il fallimento della controffensiva del 2023. Il generale Milley, già tre anni fa, aveva avvertito che il recupero di territori come il Donbass e la Crimea era improbabile e che sarebbe stato più saggio negoziare un compromesso. Ignorando questi avvertimenti, l’Occidente ha continuato a fornire un supporto che, paradossalmente, ha portato a ulteriori perdite per l'Ucraina.
La Russia, forte della sua strategia e della sua posizione, ha dimostrato di avere il sopravvento. Non si tratta solo di un confronto tra due nazioni, ma di una guerra per procura in cui l’Ucraina è stata sostenuta dall'Occidente senza un adeguato supporto militare diretto. La narrativa secondo cui la Russia vincerebbe grazie a un supposto accordo tra Trump e Putin è fuorviante; la Russia ha già consolidato la sua posizione indipendentemente dal supporto occidentale.
I presunti piani di pace di 28 punti di Trump e 18 degli europei sono, in realtà, più delle formalità che non riflettono una strategia seria. Questi piani derivano da un elenco di priorità concordate in Alaska, che Putin ha sempre chiarito. Le condizioni fondamentali russe, come la neutralità e la denazificazione, non sono state mai realmente discusse, ma piuttosto ignorate in favore di proposte che non affrontano le reali esigenze di una pace duratura.
La divisione tra le posizioni americane e quelle europee ha complicato ulteriormente la situazione. Mentre Trump ha mostrato una certa apertura al dialogo, gli europei continuano a opporsi, cercando di mantenere una facciata di unità. Questa dissonanza ha portato a un ciclo di proposte e controproposte che non fanno altro che allontanare la possibilità di una pace reale. L’atteggiamento bellicoso di alcuni leader europei, che incitano l’Ucraina a resistere, ignora la dura realtà della guerra e le sue conseguenze devastanti.
Per arrivare a una soluzione, è fondamentale che gli attori coinvolti riconoscano la situazione attuale: l'Ucraina sta perdendo terreno e risorse. La strategia di Trump, sebbene criticata, potrebbe rappresentare un'opportunità per riconsiderare le priorità e cercare un accordo che non solo fissi i confini, ma garantisca anche la sicurezza dell'Ucraina. Un approccio pragmatico, che includa una proposta che i russi non possano rifiutare, potrebbe essere l’unica via percorribile per evitare un ulteriore deterioramento della situazione.
leggere:
Una UE erìstica: la storiografia come arma nella lotta geopolitica?