In alcune aziende di diversi paesi non è obbligatorio timbrare la presenza al lavoro.
Questa pratica può variare notevolmente a seconda della cultura lavorativa e delle normative locali.
In generale, la tendenza verso la flessibilità e la fiducia nel posto di lavoro sta crescendo rapidamente in molte parti del mondo, specialmente in contesti dove si valorizzano i risultati piuttosto che il tempo trascorso in ufficio.
In Italia, una classe dirigente (sia pubblica che privata) formata in larga misura alla scuola della clientela ha, nella propria esperienza, la prevaricazione invece della competenza. Questo è il motivo per cui è costretta tra l’incapacità di valutare le competenze, il lavoro e il merito e la necessità di scansare le responsabilità, facendole gravare su sottoposti opportunamente inefficienti.
In particolare, nel pubblico impiego, l’espandersi a dismisura di un diffuso sottomansionamento (fino all’improduttività assoluta) determinato da una dirigenza inadeguata nel comprendere competenze e lavoro, combinato con la depauperazione del reddito (se il tuo lavoro è poco più che timbrare il cartellino, sarai il primo a desistere da pretese di riconoscimenti economici), ha cominciato a produrre un ponderoso abbandono dell’impiego.
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