è un capolavoro.

Un capolavoro prima di tutto della lingua italiana: una narrazione fra le più esemplari.

Un capolavoro di realismo storico, sociale, politico; in una parola, umano.

De Amicis porta nella cultura italiana, europea, occidentale, il sentimento del grido di guerra dei pellerossa: le cose per le quali vale la pena morire sono le stesse per le quali vale la pena vivere.

Coloro che ci leggono un testo datato, sentimentalista e dai toni moraleggianti lontani dalla realtà o non sanno leggere oppure non riconoscono, in sé e negli altri, quei valori patriotici, socialisti, laici e democratici, che concretamente realizzano nella memoria il nostro essere sociale nazionale nel mondo.

Cattivi maestri: Umberto Eco "[…] Ecco dunque profilarsi l’idea di un Franti come motivo metafisico nella sociologia fasulla del Cuore. Il riso di Franti è qualcosa che distrugge, ed è considerato malvagità solo perché Enrico identifica il Bene all’ordine esistente e in cui si ingrassa. Ma se il Bene è solo ciò che una società riconosce come favorevole, il Male sarà soltanto ciò che si oppone a quanto una società identifica con il Bene, ed il Riso, lo strumento con cui il novatore occulto mette in dubbio ciò che una società considera come Bene, apparirà con il volto del Male, mentre in realtà il ridente­ – o il sogghignante – altro non è che il maieuta di una diversa società possibile. […]" - Diario minimo 1962